L’attenzione verso modalità di lavoro smart sta crescendo: secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano il 58% delle grandi imprese ha già introdotto iniziative concrete.
Quindi non potevamo non approfondire questa tematica, e abbiamo accolto l’invito dello studio Ichino a partecipare a questo importante evento che si è svolto a Milano.
Durante l’incontro si è parlato delle paure degli imprenditori di attuare in azienda politiche di Smart Working, paure di natura giuridica, informatica, legate alla produttività e alla comunicazione aziendale.
L’introduzione di un piano di Smart Working deve seguire delle linee guida precise, innesca un percorso di profondo cambiamento culturale e richiede un’evoluzione dei modelli organizzativi aziendali.
Un progetto di Smart Working è quindi un processo di cambiamento complesso che richiede di agire contemporaneamente su più leve e che deve partire da un’attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione.
Abbiamo dato il nostro contributo parlando di una parte importante che non può essere tralasciata quando si parla di Smart Working e cioè la comunicazione con il dipendente, con il lavoro che lavora da casa, o presso una seconda sede distaccata e che non vive las quotidianità aziendale.
S3C e Hic hanno progettato una piattaforma multicanale per migliorare la comunicazione orizzontale e verticale all’interno della azienda. Se coinvolti nel modo corretto i dipendenti diventano i primi brand ambassador della azienda.
Grazie all’utilizzo di questa piattaforma anche chi fisicamente non lavora in azienda può sentirsi parte di un unico progetto, se un dipendente ha la sensazione di fare parte di una squadra di lavoro sarà più motivato a dare il meglio e sacrificarsi per il successo della stessa, a differenza di quanto accada se si ritiene un guerriero
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